Ancora cent’anni dopo San Piero Patti non dimentica il suo antifascismo

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di Giuseppe Restifo

Foto di Salvatore Pantano

Il 4 settembre del 1921, a San Piero Patti, in provincia di Messina, uccisi dai fascisti, morivano Carmelo Lauria e Nicolò Marmorio. Il 4 settembre del 2021, a cent’anni esatti di distanza, San Piero Patti ho voluto ricordarli. E per ricordarli meglio, con un segno permanente nel tempo, ha inaugurato un monumento alla loro memoria e alla memoria di tutti i sampietrini “intervenuti in difesa delle civiche libertà e dei diritti dei lavoratori”.

Foto di Salvatore Pantano

Di quell’episodio di violenza fascista avevano scritto Piero Bovaro, Pippo Alibrandi, Silvia Genovese, tanti anni fa, ma non era bastato. Quel dramma rischiava di essere affidato solo alla memoria dei più anziani, a una storia orale che, per quanto importante, può diventare arrisicata. Ora non più. Oltre i libri, oltre gli scritti e oltre il bellissimo convegno del 10 agosto scorso, c’è quella pietra e c’è quella targa che ricorda a tutti, paesani e passanti e forestieri, quel momento indelebile della Storia.

I fascisti pensavano che l’unico modo per fermare il movimento popolare e socialista, che nel 1920 era riuscito a insediarsi nel Comune, era ammazzare. Ma la Storia ha dato ragione a quel movimento di popolo. All’indomani della seconda guerra mondiale, al momento del referendum istituzionale, grazie all’attivismo di alcuni sampietrini guidati da Peppino Albana, a San Piero Patti la Repubblica stravinse e con lei la democrazia.

Storia di paese? Sì, certo, ma anche storia nazionale. Su questo, orgogliosamente, ha insistito il sindaco Salvino Fiore nel breve discorso pronunciato prima della scopertura del monumento. E che monumento! L’opera, in marmo bianco di Carrara, è del maestro Milo Floramo, che ha impresso nella pietra tutta la sua sensibilità artistica e al contempo il suo impegno civico.

Foto di Salvatore Pantano

Alla significativa manifestazione hanno partecipato anche i nipoti di Lauria e Marmorio, che hanno espresso sommessamente il loro ringraziamento alla comunità per aver voluto ricordare il sacrificio dei loro avi. Erano presenti anche esponenti delle amministrazioni di San Piero Patti e di Raccuja, la scrittrice Rosetta Tripoli, un rappresentante dell’Anpi di Messina.

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